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Col de l'Iseran
Piccolo San Bernardo
e Moncenisio
19 giugno 2022
Giro in compagnia di amici e nuove conoscenze verso il Col d’Iseran, con moto di diversi generi, dalle sportive alle super-tourer.
Ritrovo a Pianezza, in una stazione di rifornimento, per trovare tutti i biker che parteciperanno alla giornata.
H 9.30 partiamo, via statale, passando da Caselette, Condove e superando Susa un nuovo rifornimento per le super sportive. Da Susa si prosegue seguendo per il Moncenisio (il mio primo Moncenisio in moto tra l’altro!) e dopo 56 km dal punto di ritrovo sosta colazione, in quello che ormai è ufficialmente territorio francese.
Colazione al bar/ristorante “Le Savoie” con vista sul meraviglioso Lago del Moncenisio, tra l’altro. Si tratta di un lago di origine artificiale situato a 1974 m sul mare, lungo il Colle del Moncenisio, tra Val di Susa italiana e Val Moriana francese.
Oggi il bel sole ci permette di goderci delle miti temperature, quindi dopo aver mangiato facciamo due passi per scattare qualche foto al paesaggio e alla piramide che caratterizza un po’ questo colle. In realtà questa forma piramidale che scavalcando il Moncenisio potrete vedere, è una vecchia cappella che ha lo scopo di ricordare la campagna di Napoleone Bonaparte in Egitto e che sotto di sé ospita un museo sul colle appunto.
Ripartiamo e prendiamo la D 902 che passa da Bessans e Bonneval-sur-Arc, addentrandoci nella Val d’Isere.
Il Col de l'Iseran si trova a 2770 m d'altitudine ed è quindi il valico automobilistico più alto di Francia e l'Europa, dopo il Passo dello Stelvio e il Colle dell'Agnello. Si trova nella Savoia francese ed è stato inaugurato nel 1937, ampliando una precedente mulattiera in terra battuta.
Dopo un’oretta e mezza (circa 35 km) ci fermiamo per il pranzo. Ebbene sì, abbiamo di nuovo fame, ma si sa…l’aria di montagna mette appetito. Ci troviamo nel paesino di Val d’Isere appunto, sempre sulla D 902, e troviamo posto per tutti al “696 Av. Olympique”. È un locale davvero carino e particolare, con motociclette appese sottosopra al soffitto e simili, oltre a divanetti ai tavoli laterali. Se ci passate può meritare fermarsi anche solo per un drink. Noi ordiniamo delle belle pizze, che seppur un po’ più care che in Italia, sono davvero buone!
Ripartiamo poi, sempre sulla stessa strada, lasciando il Lago du Chevril alla nostra sinistra lungo il percorso ed incrociando poi Sainte-Foy-Tarentaise e tra numerosi tornanti lasciamo Séez e giungiamo a Montvalezan per poi fermarci, dopo circa 30 km da Val d’Isere, a La-Thuile. Ci troviamo ufficialmente in territorio italiano, in Valle d’Aosta seppur lungo il confine, sul colle del Piccolo San Bernardo, SS 26, a 2188 m d’altitudine.
Incrociamo uno dei simboli del colle: la statua di legno del cane San Bernardo appunto. Sapete perché è tipica di qui? Perché un tempo questo colle si chiamava Colle del Monte di Giove ed era all’epoca il più celebre dei passi alpini italiani. Tuttavia era un passo pericoloso per i pellegrini che vi passavano in presenza di bufere o valanghe. Di conseguenza l’Arcidiacono San Bernardo decise di creare un ostello sulla cima del monte, per facilitare la traversata, e pose a controllo di questo ostello alcuni seguaci. Da qui nacquero i canonici agostiniani di San Bernardo, che divennero i protettori del passo insieme ai loro cani. Animali scelti dal Santo per le loro caratteristiche di soccorritori, da lui addestrati e che da lui presero il nome, così come il passo che protesse.
Facciamo merenda al “Rifugio ristorante S. Bernardo”, dove ci sono anche sdraio nel prato adiacente sulle quali ci sediamo a sorseggiare le nostre bevande prendendo il sole. Appena sotto il colle del Piccolo San Bernardo possiamo inoltre vedere il lago di Verney, uno dei più grandi laghi naturali della Valle d'Aosta, di origini glaciali.
Poco prima delle 17 ripartiamo per il rientro e torniamo verso Bourg-Saint-Maurice da dove iniziamo a costeggiare il fiume Isère fino ad Aime, poi Moutiers ed Albertville. Da qui lasciamo il fiume risaliamo verso il Monte Bianco passando Cohennoz, Megève, Les Houches ma lasciando poi la strada del tunnel del Monte Bianco per scendere invece da Courmayeur. Infine riscendiamo verso climi più torridi fiancheggiando la Dora Baltea e passando Villeneuve, Aosta, Nus e salutandoci poco dopo Chatillon.
Siccome il povero Giuliano deve ancora riaccompagnarmi a casa e tornare, noi due decidiamo di percorrere un pezzo di autostrada.
Un bel giro ad anello (vedi foto) godendoci le curve, il sole di montagna, il paesaggio e la compagnia degli amici.